Il bracconaggio: una minaccia da sconfiggere!
Grazie al progetto Banditi in Natura, la campagna di sensibilizzazione organizzata dall’ UIZA (Unione Italiana Zoo e Acquari) contro il bracconaggio, ogni anno raggiungiamo migliaia di visitatori con informazioni su come combattere questa grave minaccia per la biodiversità.
INIZIA TUTTO DA UN SOUVENIR…
Una parte delle azioni di bracconaggio sono sostenute da acquisti inconsapevoli fatti in nome dei souvenir da portare a casa da un viaggio nei Paesi tropicali.
All’arrivo in dogana i principali oggetti sequestrati sono: animali vivi (pappagalli, rapaci, scorpioni, scimmie e rettili), avorio, pellicce di leopardo e tigre, scialli di shahtoosh, oggetti di pelletteria ricavati da pelli di serpente, lucertola, coccodrillo ed alligatore.
Vanno molto di moda anche articoli in tartaruga e carapaci di testuggine, conchiglie di strombi giganti, caviale e corallo (sia vivo, che sotto forma di gioielli, come collane, orecchini e soprammobili), orchidee, cactus e oggetti in legno intagliato ricavati da specie rare commercializzate in completo divieto della normativa CITES (Convention on International Trade of Endangered Species ), la Convenzione a cui hanno aderito ben 184 Stati e che ha l’obiettivo di regolamentare il commercio di animali, piante e loro parti fino a vietarne quelli appartenenti a specie protette.
IL BRACCONAGGIO IN AFRICA, ASIA E SUD AMERICA
Negli ultimi anni le azioni di bracconaggio sono fortemente incrementate in Africa, come in Asia e Sud America, poiché i terroristi delle più terribili bande armate assoldano le popolazioni locali per uccidere animali protetti per poi rivendere quello che oggi è chiamato l’”oro verde”, che si tratti di avorio, di pellicce, corno di rinoceronte o carne di animali selvatici. Il ricavato sostiene le loro attività illegali: acquisto di armi, droga e azioni terroristiche.
IL BRACCONAGGIO IN ITALIA
Il bracconaggio è ben presente anche nel territorio italiano e coinvolge animali protetti come lupi e orsi ma anche moltissimi uccelli, tanto che per queste uccisioni illegali è stato coniato il nome di “uccellagione”.
Gli uccelli sono vittime di uccisioni illegali per differenti motivi: nelle valli del bresciano e del bergamasco i pettirossi, le cince, i merli sono usati per cucinare il piatto tipico di “polenta e osei” mentre ad esempio sullo stretto di Messina il Falco Pecchiaiolo (chiamato Adorno nel dialetto locale) è ucciso a causa di una stupida superstizione: si pensa che appendere un falco in casa salvi dal tradimento e dall’infedeltà coniugale. Tra i tanti uccelli vittime di uccisioni illegali anche il raro Ibis eremita.
COSA PUOI FARE TU
Per prima cosa sapere cosa puoi acquistare quando vuoi acquistare un animale vivo o un oggetto di origine animale, non solo nei Paesi tropicali ma anche in Italia.
Se scegli un animale da compagnia esotico come ad esempio un pappagallo, assicurati che sia sempre accompagnato dal certificato di origine. Raccontare questa storia è un’altro modo per rendere sempre più persone consapevoli dell’esistenza del bracconaggio e di come si possa combatterlo con piccole attenzioni.
Il Giardino Zoologico è impegnato da anni nella lotta contro il bracconaggio con l’impegno nella campagna Banditi in Natura, che quest’anno si terrà Domenica 14 Aprile, e con tantissime attività didattiche rivolte alle scuole. Crediamo fortemente che solo accrescendo la cultura del rispetto per la Natura potremmo vincere la sfida della tutela della biodiversità!
Non diventare inconsapevole complice dei bracconieri: partecipa alla caccia al tesoro per aiutare le guardie forestali a salvare gli animali vittime del bracconaggio. Presso l’area dei Piccoli Brividi.